Del piccolo Castello rimangono oggi alcune parti del recinto murario del XII-XIII secolo, rafforzato da torri ad U e da una torre angolare circolare posta nel settore nord. Questo complesso fortificato fu ampliato nella seconda metà del Cinquecento, quando il territorio di Arsita fu incluso nello Stato Farnesiano d’Abruzzo. In seguito, probabilmente nel ‘700, esso fu trasformato in residenza nobiliare, assumendo un aspetto che conserva ancora oggi, nonostante alcune sue parti si trovino in un grave stato di abbandono.
Arsita
Il paese è posto sopra un colle che domina la valle del fiume Fino. Le origini di Arsita risalgono al periodo preromano, come testimoniano i ritrovamenti archeologici effettuati nel 1985: tombe, corredi e monili vari. Fino agli inizi del secolo Arsita era chiamata Bacucco, nome che secondo alcuni significa “castelletto” o “insediamento di capanne di frasche”, mentre secondo altre fonti deriva dalla sua forma ovale, “quasi un bel cucco”. A partire dal XI secolo, tuttavia, accanto a Bacucco comincia a comparire anche il nome di Arsita, che indica un luogo arso o bruciato: si tratta di un documento relativo alla cessione di tre castelli, tra cui Bacucco ed Arseta, al monastero di Montecassino (1085). I due insediamenti (Bacucco ed Arseta) dovevano essere vicini e, forse, complementari: il primo corrispondeva all’incastellamento attuale, mentre il secondo coincideva probabilmente con la cosiddetta “Cima della Rocca” (quota 923) e con la sottostante Chiesa di San Giovanni, che si trova sul “Colle di San Giovanni” ad un’altitudine di 729 m s.l.m. All’insediamento di Bacucco apparteneva nel Rinascimento anche la vicina Roccafinadamo (Rocca Filiorum Adami), sopravvivenza della vecchia Arsita,il cui primitivo incastellamento è riconoscibile sulla “Cima della Rocca”, su un precedente centro italico dei Vestini.
Abitanti: 870
Altitudine: 470 metri slm
Emergenze Storico-culturali
Chiesa di Santa Maria d’Aragona
Il Castello Bacucco
Chiesetta della Santissima Trinità
Chiesa di Santa Vittoria
Antico “Sentiero dei Mulini”
Strutture del Parco
Museo del Lupo
Incubatoio del Gambero di Fiume
Manifestazioni e Feste
17 gennaio – festa di Sant’Antonio Abate
Agosto – Tesori della valle del Fino e del Vomano – festa dei prodotti tipici
Agosto – Sagra del Coatto
Agosto – festeggiamenti in onore di Santa Maria d’Aragona
10 Settembre – festeggiamenti in onore del santo patrono San Nicola da Tolentino
Palestra di Roccia
Pietra Rotonda, nei pressi dell’ “Inferno spaccato”, lungo la via dei mulini, è possibile frequentare una moderna e attrezzata palestra di roccia.
Gastronomia
Maccheroni alla “molinara” o “mugnaia”
Il coatto
Formaggio pecorino
RISERVA NATURALE DEI CALANCHI DI ATRI
La Riserva Naturale Regionale “Calanchi di Atri”, istituita nel 1995 ove la Comunità Europea aveva già identificato un Sito di Interesse Comunitario (SIC IT7120083), diventa nel 1999 un’Oasi WWF con lo scopo di preservare circa 600 ettari di natura, flora e fauna.
Essa racchiude forme di erosione che qui assumono un aspetto impressionante: i calanchi.
Le caratteristiche di biodiversità e geodiversità dei Calanchi conferiscono quelle doti di unicità al paesaggio agrario, tanto da renderla un’area di interesse nazionale, conservando una delle forme più affascinanti del paesaggio costiero adriatico.
Imponenti architetture naturali note ai più come “Bolge dantesche” o “Unghiate del Diavolo” e dette in vernacolo “li Ripe”.
BISENTI
Bisenti (TE) è un centro situato alle falde nord-orientali del Gran Sasso d’Italia, sulla destra dell’alto corso del fiume Fino. E’ un borgo di origini antichissime che risalgono all’età preromana.
Gli storici hanno a lungo dibattuto sulla esatta individuazione del luogo in cui sorse l’antica città romana di Beregra o Beretra, denominazione alternativa riferita da alcuni studiosi sulla base di deduzioni etimologiche che prevedono una derivazione dal greco baratron, che vuol dire “anfratto stretto” e che peraltro definisce una costituzione orografica conforme e riscontrabile unicamente nell’odierna Bisenti.
Combinando le informazioni riferite da Tolomeo nell’opera “Geografia” (Lib. 3. Tab. 6, Europa) con quanto asserito da Frontino nel volume De Coloniis, risulta immediata l’identificazione di Beregra con l’attuale Bisenti. Claudio Tolomeo, infatti, nel citato volume scrive “Vestinorum Civitates, qui sunt magis orientales praetutiis, Pinna” facendo comprendere che, tra le città vestine immediatamente ad oriente delle due menzionate città pretuziane, vi è Penne; questa indicazione risulta ancor più chiarificatrice della precedente, proprio perché Bisenti, a differenza delle altre cittadine che rivendicano di essere state sede dell’antica Beretra, si trova a ridosso dell’area vestina ed anzi, per certi versi, può ritenersi anche che appartenga seppur marginalmente a tale comprensorio geografico.
Caratteristiche sono le vie e le piazze del centro storico. Il verde delle colline, la pace che vi regna, sono invitanti per chi vuole trascorrere una vacanza, anche di un solo giorno, in piena tranquillità. Secondo la leggenda, Bisenti è la patria di Ponzio Pilato, procuratore romano che nel I secolo d.C. governò la Giudea.
Cosa vedere:
Chiesa Madre di Santa Maria degli Angeli;
Chiesa di Sant’Antonio Abate;
Torre medievale;
Casa di Ponzio Pilato.
Cosa mangiare:
maccheroni alla molinara;
gnocchi;
cannelloni ripieni all’Abruzzese;
pappardelle con sugo di papera o cinghiale;
ravioli di ricotta o fettuccine alla boscaiola;
spezzatino di pecora o di castrato;
arrosticini di pecora;
Vino Montonico (Presidio Slow Food).
CASTILENTI
Castilenti (TE) ha origini molto antiche, come testimoniato da rinvenimenti archeologici in località Casabianca, in cui venne scoperta una tomba italica con corredo funebre risalente all’epoca ellenistica del III-II secolo a.C., mentre un tempio venne rinvenuto in contrada San Romualdo, e in Colle San Pietro una necropoli italica.
A Castrum Lentuli, odierna Castilenti, inoltre, è presente un altro cippo miliare della Via del Sale databile al 374 D.C. Questo cippo miliario è dedicato agli Imperatori Valentiniano padre, Valente fratello di Valentiniano e Graziano figlio di Valentiniano. La scritta sul cippo cita uno dei tre imperatori Flavii che regnarono dal 364 al 376, a capo dell’impero romano riportandolo alla dignità ed ai fasti dell’età augustea.
La presenza di coloni Romani è data anche dal ritrovamento di una villa in contrada Fonte Pisciarello, mentre resti di costruzioni alto-medievali, le prime fortificazioni contro i Saraceni, sono stati rinvenuti in contrada Fano-San Savino e Colle Marciano. Il primitivo toponimo del paese è Castrum Lentius, dal nome del possidente probabilmente. Non è citata nel Catalogus baronum del XII secolo, ma il paese è documentato nel 1252 con l’insediamento di Case Egler, detto “Castilenti vecchio”, che corrisponderebbe all’abitato romano. Il feudo in seguito nel XVII-XVIII secolo passò ai De Sterlich, che edificarono il palazzo marchesale sopra il vecchio castello, rimanendone in possesso sino al 1806.
Dopo l’abolizione francese del feudalesimo, Castilenti divenne municipio, non senza incontrare le ostilità della famiglia De Sterlich, venendo incluso nel distretto di Teramo.