Le caratteristiche del sale, necessario per la quotidianità e la sopravvivenza degli individui e delle famiglie, generò veri e propri mercati specialmente in quelle località di altura e/o montane, nelle quali non vi era diretta disponibilità del bene. A tal proposito la “Via del Sale” era un percorso commerciale storico, essa premuniva l’approvvigionamento del prezioso bene dai luoghi di produzione e/o di stoccaggio, verso aree geografiche interne, ove soddisfare la domanda in mercati molto distanti dalle zone costiere. Consisteva dunque in un collegamento mare/monti, tra la costa e le aree interne, tra aree pianeggianti e terreni scoscesi, dalle saline alle alture. Or bene, sarebbe più corretto non parlare di “Via del Sale” ma di “Vie del Sale”, a seconda dei territori che il minerale, tramite i mercanti e i viandanti, attraversava. Come per i tratturi i cosiddetti “tratturelli” è facile pensare, che la “Via del Sale” maestra, si diradasse in tutta una serie di vie minori conosciute da molti o da uno sparuto gruppo (e per il luogo di partenza /rientro e per volontà o bisogni) che si “scostavano” dalla via principale. L’Abruzzo è prevalentemente montuoso (65%) e collinare (34%), la pianura (1%) è costituita soltanto da una stretta fascia costiera lungo il litorale. La regione presenta le vette più alte dell’Appennino peninsulare e i popoli che abitavano l’interno montuoso della regione dovevano necessariamente compiere lunghi e impervi cammini per il vettovagliamento del minerale.