Profilo
Le origini di Arsita risalgono al periodo preromano, come testimoniano i ritrovamenti archeologici effettuati nel 1985: tombe, corredi e monili vari. Fino agli inizi del secolo Arsita era chiamata Bacucco, nome che secondo alcuni significa “castelletto” o “insediamento di capanne di frasche”, mentre secondo altre fonti deriva dalla sua forma ovale, “quasi un bel cucco”, oppure dal Dio Bacco. A partire dal XI secolo, tuttavia, accanto a Bacucco comincia a comparire anche il nome di Arsita, che indica un luogo arso o bruciato: si tratta di un documento relativo alla cessione di tre castelli, tra cui Bacucco ed Arseta, al monastero di Montecassino (1085). Nel 1273 invece, furono citati Bacuccum e Arsita cum Podio nel Diploma concesso ad Alife da Carlo I D’Angiò, mentre le decime vaticane del 1324 parlano sia di “Bacucco” sia della “ecclesia S. Iohannis de Arsita”. Come si evince dai documenti, i due insediamenti dovevano essere vicini e, forse, complementari: il primo corrispondeva all’incastellamento attuale, mentre il secondo coincideva probabilmente con la cosiddetta “Cima della Rocca” (quota 923) e con la sottostante Chiesa di San Giovanni, che si trova sul “Colle di San Giovanni” ad un’altitudine di 729 m s.l.m. All’insediamento di Bacucco apparteneva nel Rinascimento anche la vicina Roccafinadamo (Rocca Filiorum Adami), sopravvivenza della vecchia Arsita, il cui primitivo incastellamento è riconoscibile sulla “Cima della Rocca”, su un precedente centro italico dei Vestini. Da visitare Del piccolo Castello Bacucco rimangono oggi alcune parti del recinto murario del XII-XIII secolo, rafforzato da torri ad U e da una torre angolare circolare posta nel settore nord. Questo complesso fortificato fu ampliato nella seconda metà del Cinquecento, quando il territorio di Arsita fu incluso nello Stato Farnesiano d’Abruzzo. In seguito, probabilmente nel ‘700, esso fu trasformato in residenza nobiliare, assumendo un aspetto che conserva ancora oggi, nonostante alcune sue parti si trovino in un grave stato di abbandono. All’interno del centro storico è possibile ammirare la Chiesa di S.Vittoria, la cui facciata ottocentesca (mai finita) copre la precedente, che ha il portale ancora in vista. L’interno settecentesco è ad unica navata, e presenta edicole laterali con statue (tra cui quella di San Nicola di Bari, patrono di Arsita) ed un quadro ovale che rappresenta S. Vittoria e la Madonna delle Grazie. All’esterno, parzialmente conservata, si erge la cappella gentilizia settecentesca della SS Trinità, con un portale ad ante lignee le cui formelle raffigurano angeli e mostri marini di ispirazione popolare. Fuori del paese, sulla strada che conduce a Penne, si trova la ormai fatiscente Chiesa cinquecentesca di S. Maria d’Aragona, che presenta evidenti aggiunte moderne sul fronte principale e lesioni strutturali sui lati lunghi. Da questa Chiesa proviene una bella terracotta dipinta abruzzese (ora conservata nella Chiesa Parrocchiale), raffigurante una Madonna con il Bambino in grembo con mani snodabili e corpo mobile, realizzata nel 1531 e restaurato visibilmente tra la fine dell’ottocento e gli inizi del novecento. Nei dintorni è da visitare l’antico mulino ad acqua Di Francesco (recentemente restaurato) sul fiume Fino, lungo l’antico “Sentiero dei Mulini”; nei pressi dell’ “Inferno spaccato” è possibile frequentare una moderna e attrezzata palestra di roccia.
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